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La pandemia mondiale che stiamo vivendo ormai da 1 anno ha ridisegnato il nostro modo di lavorare. Se prima del 2020 lo smart working era un privilegio di pochi a cui aspirare, oggi è una delle modalità di lavoro più diffuse, soprattutto per le mansioni da ufficio.
In un primo momento il lavoro da remoto è sembrata una soluzione idilliaca, sia per proteggere la nostra salute che per ritrovare del tempo da trascorrere a casa insieme alla famiglia. Ma in realtà, il prolungarsi di questa situazione, ha evidenziato anche numerosi svantaggi.
Uno studio commissionato da Linkedin su oltre 2.000 lavoratori italiani mette in luce gli impatti del remote working sulla produttività e sulla salute
Per quanto riguarda la salute, il 46% dei lavoratori italiani si sente più ansioso o stressato perché lavora da casa, il 27% mostra ha difficoltà dormire e Il 18% ha riscontrato un impatto negativo sulla propria salute mentale.
Anche la produttività ne risente perché Il 26% degli intervistati sente di non essere concentrato durante il giorno e il 48% afferma di aver lavorato più ore da casa.
La qualità del lavoro è strettamente connessa alla profondità di concentrazione e se questa viene minacciata dallo stress psico-fisico si possono notare cali di produttività in smart working. Tutto questo porta ad un aumento di stress e a un calo di attenzione, che può sfociare in una vera e propria sindrome, detta burnout.
Lavorare da casa: aumentano i casi di burnout
I casi di burnout da stress da lavoro sono aumentati durante la pandemia, soprattutto tra i lavoratori in smartworking. Si stima che 2 lavoratori su 3, ovvero il 69%, soffrano di burnout, il 20% in più rispetto al periodo precedente il lockwdon.
Il burnout da smartworking è dovuto principalmente a:
- l’impossibilità di disconnettersi dal lavoro, con la difficoltà di definire un soddisfacente work-life balance.
- l’impossibilità di avere orari precisi di attività lavorativa, come in ufficio, con una reperibilità e disponibilità che si protrae, in media, da 1 a 3 ore in più di lavoro al giorno.
I sintomi del burnout da smart working sono spesso sottovalutati ma possono essere facilmente individuati in insonnia, mal di testa, mal di stomaco e difficoltà a recuperare le energie con il riposo dal lavoro.
Non mancano anche i sintomi più gravi, come la depressione, mancanza di energia, tachicardia, nervosismo, apatia, senso di fallimento e inadeguatezza, rabbia e isolamento.
Lo stress da burnout può essere identificato come uno dei principali fattori che causa un calo di produttività lavorativa.
Il remote working mette a rischio la produttività
Il lavoro da casa unito all’impossibilità di uscire e all’isolamento, ha portato ad uno squilibrio tra lavoro, famiglia e tempo libero. Inoltre, quando le persone vivono una grande incertezza, è frequente che questa si trasformi in ansia o paura, soprattutto quando si teme di perdere il lavoro. E l’ansia e la paura sono i primi a minare la concentrazione e la produttività in smart working perché spostano l’attenzione dal lavoro a qualcosa di diverso da quello che si sta facendo.
È normale avere, durante la giornata, dei momenti in cui si fatica a rimanere concentrati, a stare nel “presente” e focalizzati sul lavoro perché spesso la nostra mente ci rimanda al passato o ci proietta nel futuro. Ora, durante il Covid-19, tutto si è amplificato, con ripercussioni sia sulla produttività lavorativa che sulla salute psico-fisica.
Diventa quindi importante adottare delle strategie per ritrovare l’equilibrio e la concentrazione, al fine di rimanere produttivi sul lavoro.
5 consigli su come aumentare la produttività in smartworking
- Creare un ambiente di lavoro in casa, un angolo confortevole in cui concentrarsi per aumentare la produttività in smart working.
- Organizzare la giornata e fare una lista di lavori da svolgere con priorità, gli obiettivi da raggiungere e le scadenze da rispettare. In questo modo sarà più semplice organizzare le varie task della giornata.
- Programmare meeting e follow up con i colleghi, per alleggerire l’isolamento e per pianificare insieme le attività da svolgere
- Concedersi delle pause per ricaricare l’energia: ogni distrazione porta a un calo del 40% della produttività e una media di 23 minuti per riprendere il lavoro che si stava svolgendo. Se si nota che la distrazione è dietro l’angolo, è preferibile prendere una vera e propria pausa per ritrovare poi la concentrazione necessaria
- Creare un piccolo rituale di ricompensa al raggiungimento degli obiettivi: una tisana, un bagno rilassante, un po’ di esercizio fisico, qualche minuto da dedicarsi è importante per mantenere la motivazione e la produttività alta.
Lo smart working si è ormai affermato come una modalità di lavoro che, con tutta probabilità, verrà adottata anche al termine della pandemia. Per questo è importante sapersi disconnettere, ovvero allentare i “ritmi digitali” adottando strategie organizzative, verso una sostenibilità lavoro da remoto.