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Il contratto part-time è un’ottima soluzione per chi cerca un lavoro che gli consenta di avere tempo libero a sufficienza pur portando a casa uno stipendio soddisfacente. Al tempo stesso costituisce una soluzione meno esosa per le aziende che possono ridurre il peso fiscale delle assunzioni senza rinunciare alla forza lavoro regolarmente contrattualizzata. In generale si tende a parlare di contratto part-time o full-time senza troppe caratterizzazioni. La verità è che per il lavoro part-time esistono almeno tre modalità differenti tra loro che sono, rispettivamente, il part-time verticale, quello orizzontale e quello misto. Ecco tutto quello che devi sapere.
Contratto di lavoro part-time: come funziona?
Prima di distinguere le varie forme di inquadramento part-time cerchiamo di dare una definizione a questa tipologia di contratto. Per part-time si intende un qualsiasi rapporto lavorativo a tempo indeterminato a orario ridotto rispetto al contratto collettivo.
L’orario di lavoro minimo previsto dal contratto part-time è di 16 ore ma è sempre il CCNL a stabilire il monte orario di ciascun settore lavorativo.
Con la riforma del diritto del lavoro tramite il D. Lgs 81/2015, il cosiddetto Job Acts sono state introdotte alcune novità tra cui la differenziazione tra part-time orizzontale, verticale e misto di cui vedremo le differenze a breve.
Al lavoratore part-time spettano i medesimi diritti di quello full-time rispetto a stipendio e ferie. L’importo sarà certamente proporzionato alle ore di lavoro ma ciò non toglie che il part-time preveda congedi, ferie e permessi con alcune differenze rispetto alla formula orizzontale e verticale.
Difatti il lavoratore part-time orizzontale matura gli stessi giorni di ferie del full-time, ovvero 2,166 giorni al mese. Il part-time verticale, invece, considera i giorni di ferie in modo proporzionale alle ore di lavoro.
Ovviamente questa tipologia di inquadramento può essere anche a tempo determinato in alcuni casi. La durata temporale della prestazione lavorativa è ridotta ma questo non esclude che il dipendente possa fare degli straordinari a patto che le ore non superino quelle del lavoratore a tempo pieno. Se può interessarti la ricerca del lavoro, leggi anche la nostra guida su come trovare lavoro nei settori più facili del 2021.
Differenze tra part-time orizzontale e part-time verticale
Come anticipato poc’anzi i contratti part-time possono essere orizzontali o verticale. Quali sono le differenze? Lo vediamo subito.
Un part-time orizzontale prevede la giornata lavorativa dimezzata per tutta la settimana e, quindi, lavora per esempio tutti i giorni dalle 09,00 alle 13,00. Con il part-time verticale, invece, il dipendente lavora a orario full time ma non tutti i giorni della settimana. Con questa modalità l’inquadramento può anche essere per alcune settimane o mesi dell’anno.
Esiste anche una terza possibilità che comprende entrambe le opzioni e che è conosciuta con il nome di part-time misto. Praticamente consente di cumulare le ore verticali e quelle orizzontali a seconda delle esigenze del datore di lavoro.
Per esempio può lavorare mezza giornata per alcuni giorni a settimana o lavorare full-time per alcuni periodi dell’anno. Insomma il part-time misto è una via di mezzo tra il part-time orizzontale e quello orizzontale.
Il lavoro part-time consente di cumulare più contratti con diversi datori di lavoro ma solo se vengono rispettate alcune condizioni che riguardano il diritto al riposo settimanale (di almeno 24 ore consecutive ogni 7 giorni) e quello giornaliero (di 11 ore consecutive ogni 24 ore). Inoltre uno o più contratti part-time, sia orizzontali che verticali, sono vincolati alla durata massima settimanale o media della prestazione. Il lavoratore, quindi, ha il dovere di comunicare anticipatamente al datore di lavoro la quantità di ore durante le quali non può prestare la propria attività.